Omicidio alla grotta Celeste

 Omicidio alla grotta Celeste

Nella città di Cascatanopoli scomparve la signora Rubin, una famosa scrittrice di leggende. Era cliente abituale del lussuoso albergo, vicino alla grotta Celeste, un’attrazione del paese. Lo frequentava da quando il signor Genoveffo aveva acquistato anche la grotta e il parco, dove la signora trovava ispirazione per le sue leggende. 

II suo corpo senza vita fu trovato nei pressi della grotta dal custode, poco prima dell’apertura. Il caso venne affidato ad un detective che, per prima cosa, perlustrò il percorso dall’albergo alla grotta. Vi trovò un portachiavi, appartenente al cameriere dell’hotel.

Il detective proseguì la sua indagine all’ hotel: per primo interrogò Makik, il cameriere, poi toccò al custode della grotta, ad Ester, la donna delle pulizie e via via a tutti i clienti. Sentì anche Genoveffo, il proprietario dell’hotel, che era molto preoccupato per lo scandalo che gli avrebbe fatto perdere i clienti e si pentì di non aver dato ascolto a sua moglie che gli aveva sconsigliato di assumere Makik. Tutti avevano un alibi tranne la donna delle pulizie e Genoveffo. Il maggior sospettato, nonostante avesse un alibi di ferro, era il cameriere. Il portachiavi era l’unica prova a disposizione del detective.

All’hotel non si parlava che della scrittrice. Ester era molto addolorata per la sua fine e le mancavano le  leggende che la signora Rubin, ogni sera, raccontava al personale e a quei clienti che non riuscivano a prendere sonno. Una narrava che nella grotta Celeste c’era un grande tesoro con tantissimi diamanti.

Il detective continuava a svolgere le indagini seguendo diverse ipotesi. Una mattina si presentò all’hotel …

Chi è il colpevole? Come ha fatto l’investigatore a scoprirlo?