L’investigatrice Letizia ispezionava da ogni parte da quando la maestra Teresa l’aveva allarmata con la denuncia della scomparsa del suo costossissimo ipad.
Nessuno aveva notato il furto, ma delle orme di tacco a spillo sgnavano il percorso dalla porta dell’entrata dell’aula alla cattedra, dove fino a poco tempo prima, sedeva la maestra Teresa Catalini. Poco più avanti della scrivania della seconda classe, giaceva un rossetto rosso:tutte le tracce portavano alla maestra Monica, che a quanto pareva era affascinata da quell’apparecchio elettronico. L’investigatrice aveva bisogno, però, di ulteriori prove!
Interrogò la sospettata anche se aveva un alibi di ferro. Due o tre giorni dopo venne fuori l’ipad con un biglietto color sangue con su scritto” Dove sono le foto? Riportamele oggi al parco comunale a mezzanotte e mezza in punto. Vieni da sola o farai una brutta fine!”
Ovviamente l’investigatrice aveva tutto sotto controllo, ma prima voleva fare qualche domanda alla maestra Teresa per capire di quali foto si trattasse. Le risposte furono solo lunghi silenzi.
Dopo aver ispezionato con cautela la lettera, la responsabile dell’indagine, ritrovò un capello biondo, che dopo essere stato esaminato scoprì che era di Sabrina, l’affidabile e insostituibile bidella della scuola primaria di Rapagnano.
Ma le foto? Erano le sue mentre uccideva il fastidioso cane degli anziani vicini.
Letizia Marcotulli
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