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Dibattito: Bambini senza regole…piccoli onnipotenti crescono?

Bambini che non danno pace… bambini che non sanno aspettare… bambini che non sanno rinunciare…bambini che non sanno accettare la sconfitta…Insegnanti e genitori sono sempre più in difficoltà di fronte all’incapacità dei bambini di riconoscere e rispettare le regole “di convivenza”.

A che cosa servono le regole e a chi? Bisogna applicare le stesse regole a tutti i bambini, qualunque sia la loro età e il livello di maturità? Stabilite le regole, cosa si deve fare per farle rispettare? Perchè è necessario dire no e quando? Come riconoscere i bisogni “buoni” dei bambini, quelli che fanno crescere e li portano verso gli altri anzichè centrarli su loro stessi? Come esercitare una fermezza educativa senza cadere nell’autoritarismo?

Sono alcune domande da tenere sempre aperte, sempre attive nella riflessione sulle nostre pratiche educative.

Il caffè dei lettori promuove un dibattito 
con la partecipazione della dott.ssa Annalisa Sgalla, psicologa psicoterapeuta.

Potete porre domande ed intervenire fino al 6 Maggio attraverso la funzione commenti.

By |2021-10-18T21:34:38+00:00aprile 7th, 2006|1. CLASSE PRIMA, CICLO 2005/2010, VARI|20 Comments

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20 Comments

  1. tetibye 7 aprile 2006 at 19:10 - Reply

    Siamo i genitori dei piccoli roditori di Rapagnano.Ci troviamo in assemblea insieme alle insegnanti e abbiamo messo nel pentolone alcune regole comuni, da trasmettere ai nostri figli .Fin da subito ci metteremo in contatto con lei per porle domande,consigli ecc…

    Certi di sentirci presto la salutiamo distintamente.

    I genitori dei piccoli roditori

  2. utente anonimo 9 aprile 2006 at 11:11 - Reply

    Quando la gelosia tra fratelli mette in crisi il rispetto delle regole date come bisogna comportarsi noi genitori per mantenere il rispetto delle regole ?

    mamma E.

  3. utente anonimo 10 aprile 2006 at 16:53 - Reply

    Sono la mamma di un piccolo roditore ,come mamma ho tante paure una di queste è di non riuscire ha preparare i miei figli ad affrontare uno dei loro momenti piu importanti l’ adolescienza,quando il rispettare le regole diventa piu difficile quando il gruppo detta le sue di regole ,quando i genitori sono un po un ostacolo ,quando una scelta sbagliata ti puo rovinare la vita.

  4. annalisasgalla 11 aprile 2006 at 23:24 - Reply

    Cari genitori

    Sono lieta di continuare il dialogo con voi attraverso questo blog. Rifletteremo insieme, ci scambieremo esperienze se vorrete, e spero che tutto ciò vi sia di sostegno nel complesso e affascinante compito che è l’essere genitori.

    Alla mamma che chiede come comportarsi quando la gelosia tra fratelli mette in crisi il rispetto delle regole, in termini generali direi che probabilmente la questione principale a cui fare attenzione è la rivalità tra i fratelli. In tal caso l’infrangere le regole potrebbe essere la modalità con cui i fratelli mettono alla prova i genitori testando la loro imparzialità.

    Invito in ogni caso la mamma a scrivere nuovamente raccontando un po’ di più, portando anche qualche esempio di situazione in cui si è trovata in difficoltà e sulle strategie da lei adottate, così la mia risposta potrà essere più specifica.

    Alla mamma del piccolo roditore , futuro adolescente, vorrei suggerire intanto di vivere il presente, assaporare momento per momento l’età che sta vivendo. L’adolescenza del figlio arriverà ma non serve che immagini quel periodo come spaventoso e pericoloso, perché non giova né a lei, né a suo figlio che invece ha sicuramente bisogno di essere accompagnato ad affrontare con fiducia le stagioni della vita.

    Adesso che è ancora bambino suo figlio ha bisogno di figure adulte capaci di ascoltarlo ma anche di insegnargli i limiti dentro i quali muoversi, i permessi e i divieti. Tutto questo lo aiuterà a sviluppare il senso morale e a interiorizzare le regole familiari. Quando sarà adolescente probabilmente metterà in discussione quanto ricevuto da bambino, ascolterà gli amici, risentirà della loro influenza, magari farà anche qualche sciocchezza, ma se il sistema di regole ricevute sarà stato chiaro e coerente, suo figlio non si caccerà nei guai e non farà scelte che comprometteranno la sua vita.

  5. utente anonimo 13 aprile 2006 at 9:28 - Reply

    BUONGIORNO DOTTORESSA,

    Anche io sono mamma di un piccolo roditore, in passato ho chiesto aiuto ad una sua collega perchè la nascita di un secondo figlio, ha provocato molti problemi al primo “roditore”.

    Io separavo in modo netto i miei due figli causando così ancora più rivalità tra loro. Mi hannoconsigliato di essere più severa con il primo figlio che stavo viziando con assenze da scuola, più tempo insieme a noi, più coccole e meno regole che prima caratterizzavano la sua vita.Ero anche arrivata a portare il secondo all’asilo nido per stare di più insieme all’altro. Non ho fatto altro che peggiorare la situazione .

    Ora penso che tra loro vada molto meglio.

    Quando uno di loro combina qualcosa, automaticamente metto in punizione entrambi, se non riordinano nella loro stanza dei giochi, non escono entrambi, e devo dire che tra loro si è creata molta complicità. Il problema è che mi trovo con un secondo figlio molto indipendente, fa dei ragionamenti molto maturi per avere solo tre anni.

    La mia domanda è questa: ho sbagliato a trattare “quasi ” allo stesso modo due figli di età diversa?

    Ora sono molto legati e non lottano per avere la mia attenzione, è giusto o è normale che si sia competizione tra loro?

  6. annalisasgalla 16 aprile 2006 at 6:10 - Reply

    Cara mamma di due bambini, la rivalità tra fratelli è un fatto naturale, ma sta alla sensibilità e all’attenzione degli adulti significativi, genitori, nonni…, fare in modo che non diventi esasperata. Vedo che lei è molto attenta a questa tematica e ciò le consentirà di rendersi conto in tempo se si sta superando il livello di guardia e aggiustare il tiro.

    Se oggi i suoi figli sono affiatati e non troppo in competizione, lei può essere soddisfatta del risultato. Per arrivare a ciò, concordo con la collega, è importante non separare i fratelli, ma facilitare la loro vicinanza e interazione, così che possano trovare, con i loro tempi e i loro modi un giusta sintonia.

    Non credo vada bene punire entrambi se uno combina un guaio, ma se lei vuole intendere che se sono insieme e sorge un problema tra loro o combinano un guaio lei li ritiene entrambi responsabili dell’accaduto, perché ognuno di loro, per la sua parte, ha contribuito all’evento, allora mi trova d’accordo perché questo va nella direzione di mettere i due fratelli sullo stesso piano, che è poi il modo per facilitare alleanza tra loro piuttosto che rivalità.

    Sempre in quest’ottica credo vada inteso il suo trattare allo “stesso” modo i due figli di età diversa: non schierarsi a favore del piccolo solo perché è più piccolo e va difeso, o appoggiare per partito preso la posizione del maggiore in quanto tale, ma riuscire ad avere un atteggiamento di ascolto e comprensione per entrambi che è volto a renderli consapevoli che di quello che accade tra loro sono entrambi responsabili.

    Torni a scrivere, raccontandoci ancora un po’.

    Intanto:

    BUONA PASQUA A TUTTI, GENITORI, FIGLI, INSEGNANTI E AI FREQUENTATORI ABITUALI O OCCASIONALI DEL CAFFE’ DEI LETTORI!!!!

  7. utente anonimo 20 aprile 2006 at 12:22 - Reply

    sono mamma E. ,volevo ringraziarla per avarmi risposto.Noto dai commenti che siamo in pochi a metterci in discussione ,io personalmente ho bisogno di parlare dei

  8. utente anonimo 20 aprile 2006 at 13:20 - Reply

    miei dubbi su come svolgere al meglio il compito di genitore.Lei faceva presente che quello che io dico essere gelosia sia probabilmente rivalità,ma quando mio figlio grande (11 anni)vuole mettersi allo stesso piano del fratello (7 anni) ,qual’è il comportamento migliore che devo avere?.grazie mamma E.

  9. annalisasgalla 23 aprile 2006 at 21:42 - Reply

    cara mamma E., mi fa molto piacere che lei colga l’opportunità del dibattito sul blog per riflettere sull’essere genitori. Sarebbe interessante sentire anche l’esperienza di altre mamme e papà, che sicuramente arricchirebbe di validi contributi le nostre considerazioni.

    Intanto chiedo a lei di aiutarmi a capire meglio ciò di cui parla, faccia un esempio di situazione in cui suo figlio di 7 anni si vuole mettere sullo stesso piano del fratello e perchè questo non dovrebbe andare bene. Le chiedo ciò perchè data la poca differenza d’età tra i fratelli è probabile che il minore tenda ad annullarla e a voler fare quello che fa il più grande e che ciò non sia poi così inaccetabile, ma vorrei sapere con più precisione a che cosa lei si riferisce. Aspetto sue notizie

  10. utente anonimo 23 aprile 2006 at 21:14 - Reply

    Sono il papà di un piccolo roditore (7 anni ) e ho un’ altra bambina di 9 anni. Nel nostro nucleo familiare si riesce ad ottenere buoni risultati riguardo alle regole, i problemi li incontriamo nel momento in cui i miei figli si trovano in c0mpagnia delle loro cuginette di 4 e 6 anni , che vivono di sopra, praticamente

    tutti i giorni, assistiamo a delle vere guerre, gelosie tra bambina grande di 9 e cuginetta di 6 .

    Il roditore notando la troppa libertà (regole di vita quotidiana assenti) delle cuginette assume un atteggiamento di ribellione nei nostri confronti strafottente e irrispettoso nel linguaggio.

    Io mi chiedo, non potendo dare regole alle cuginette in quanto sono solo lo zio, cosa posso fare per quanto riguarda gli atteggiamenti di entrambi i miei bambini?

    Cordiali saluti da due genitori in balia delle nipotine?

  11. utente anonimo 25 aprile 2006 at 22:05 - Reply

    La ringrazio per aver risposto alle mie domende.Un esempio che ho in mente è questo:il primo figlio (11 anni)mi chiede il permesso di andare con la bicicletta da un suo amico, il secondo (7 anni)subito chiede di seguirlo.La mia risposta data è questa:il grande ha avuto il permesso il piccolo no.Finale il piccolo ha dato subito il meglio di sé con un pianto continuo seguito da continue richieste di “vogio andare anch’io”, ad ogni mio no il volume del pianto si è alzato tanto da intervenire la nonna ed altri a consolandolo e mi hanno fatto notare che non era il caso secondo loro di farlo piangere in quel modo.Come conclusione per il quieto vivere ho richiamato il grande a casa .Non sono serena di fronte a questo episodio ,credo di aver messo dei punti fermi con i miei figli ,ma quando altri adulti si mettono in mezzo spesso perdo il controllo.

    Saluti mamma E.

  12. icfarrari 26 aprile 2006 at 15:23 - Reply

    Carissimi tutti,

    anch’io vorrei lasciare un modesto parere sulle regole da riconoscere e rispettare da parte dei ragazzi.

    Credo che oggi quanto mai i giovani abbiano bisogno di riferimenti sani e sicuri per capire se stessi e sapere come comportarsi in un rapporto giusto con gli altri.

    Intanto credo che gli adulti e gli educatori in particolare debbano amare e saper capire i bambini e i ragazzi entrando un po’ nella loro mentalità e cercando di riconoscere i loro veri bisogni; credo anche che essi debbano dare certezze e l’esempio del rispetto delle regole per una convivenza civile, affinché i giovani imparino a vivere nell’accettazione di sé e degli altri.

    Non è facile fare i genitori, perché bisogna cercare l’equilibrio tra il dare e il far qualche volta rinunciare, e talvolta un po’ di sacrificio insegna a saper riconoscere le scelte giuste su tutte le proposte che i giovani incontrano oggi e che devono saper selezionare.

    Sarà sempre, comunque, l’amore che sanno profondere i genitori a creare quella magica atmosfera di calore e disponibilità che il bambino che cresce deve trovare per inoltrarsi con sicurezza nel mondo.

    Maria Luisa.

  13. annalisasgalla 26 aprile 2006 at 23:43 - Reply

    Eccomi di nuovo con voi, per rispondere al papà del piccolo roditore di 7 anni e della bambina di 9, a mamma E. , ma anche per dare il benvenuto a Maria Luisa e ringraziarla per il contributo : continua a leggerci e a scrivere, soprattutto raccontandoci della tua esperienza.

    Al papà vorrei far notare che la diversità di stile educativo che osserva tra quello che lui adotta con i suoi figli e quello a cui sono abituate le nipotine è un fatto che si verifica di frequente. Esistono genitori consapevoli che essere buoni genitori non coincide con l’elargire qualunque cosa o permesso senza alcuna limitazione, ma piuttosto ritengono che sia utile insegnare ai propri figli a tenere a bada quell’innato ma poco realistico desiderio di “tutto e subito” spesso all’origine di tanti disagi. Spesso capita che questi genitori si imbattano in altri genitori che invece lasciano i propri figli più in balia di sé stessi, rinunciando a mettere loro dei freni perché convinti che ciò non vada bene o che sia troppo faticoso, complicato o chissà cos’altro…

    Ebbene io credo che questo confronto racchiuda un’opportunità utile e stimolante: anziché prendercela con i genitori permissivi, possiamo provare a vederli come un’occasione per noi per mettere alla prova le nostre convinzioni e imparare a mantenerle anche se riceviamo pressioni in direzione contraria. Allo stesso modo questa può diventare un’occasione per riflettere anche con i nostri figli sulle diversità di modi di fare e pensare e per spiegare le ragioni che stanno alla base delle nostre scelte.

    Lei, mantenendo la sua linea, può insegnare ai suoi figli che non è sempre necessario conformarsi, che si può essere diversi, controcorrente e non sentirsi necessariamente sbagliati anche se si è in minoranza. Se il tutto avviene in un clima di ascolto reale e dialogo, è sicuramente un’ottima palestra di vita.

    Cara mamma E. l’episodio della bicicletta è interessante, lei ha permesso al figlio di 11 anni di andare in bicicletta dal suo amico e ha vietato la stessa cosa al figlio di 7. Dal racconto che fa, sembra di capire che il motivo sia l’età dei figli: lei percepisce l’uno grande e l’altro piccolo, ma rifletta, le sembra proprio che la differenza di età tra i due sia così elevata da poter considerare uno grande e l’altro piccolo e che questa sia una ragione valida per concedere ad uno e negare all’altro? Ma anche ammettendo che ci fossero ragioni valide per proibire al figlio minore di fare quello che faceva il maggiore, lei ha speso un po’ di tempo per spiegarle e farle comprendere? Ha offerto al figlio minore a cui negava di andare in bicicletta un’alternativa altrettanto attraente? O lei ritiene che suo figlio minore doveva accettare di buon grado che a chi è “grande” viene permesso di divertirsi e a chi è “piccolo” no? E poi perché di fronte alle ovvie proteste del fratello minore, lei non trova di meglio che far rientrare anche l’altro figlio che a questo punto avrà provato una forte rabbia vedendosi costretto a rinunciare, senza una spiegazione plausibile, a ciò che un attimo prima gli era stato permesso? Le pongo tutti questi interrogativi perché se lei dispone di risposte convincenti ed è in grado di comunicarle ai suoi figli, credo di poterla incoraggiare , diversamente pur condividendo l’opportunità di mettere dei limiti, suggerirei che siano motivati e spiegati per non scendere nell’autoritarismo.

  14. utente anonimo 29 aprile 2006 at 7:30 - Reply

    e

  15. utente anonimo 29 aprile 2006 at 7:46 - Reply

    Buongiorno sono Luigi Croceri Presidente del Consiglio di Circolo, vorrei in primis ringraziare la maestra Teresa per l’ impegno e la professionalità con cui svolge la sua missione di educatrice, un grazie alla Dott. Sgalla per la sua disponibilità.

    Vorrei lanciare una provocazione in merito al tema di cui si sta trattando

    “Il rispetto delle regole”, noi genitori dei piccoli roditori che dovremmo essere di esempio e guida, rispettiamo le regole?

    Premesso che sono babbo di due roditori di 6(femmina) e 11(maschio)

    anni, che con difficoltà affronto le situazioni che altri colleghi genitori hanno descritto negli interventi precedenti, anche con degli isuccessi.

  16. utente anonimo 30 aprile 2006 at 15:48 - Reply

    Gentilissima dottoressa, ho assistito con molto piacere al dibattito che lei ha tenuto presso la scuola di Rapagnano.

    Se non ricordo male,lei suggeriva ad una mamma di utilizzare dei gettoni, come rinforzo ,per aumentare nel bambino determinati comportamenti positivi.

    Questo, spero di non sbagliarmi, è un esempio classico di token-economy. Le chiedevo come utilizzare questa modalità all’interno di una classe di 24 bambini?

    Non diventa difficile l’osservazione e il controllo dei comportamenti?

    Coerenza e continuità comunque penso siano due validi rimedi per fronteggiare questa problematica molto sentita.

    Un’insegnante

  17. utente anonimo 1 maggio 2006 at 16:23 - Reply

    Sono un’insegnante reduce di un’uscita scolastica,la quale, insieme ai colleghi, mi ha fatto molto riflettere.

    Osservando i nostri alunni (una classe terza) abbiamo notato che tutti sono stati responsabili e rispettosi delle regole concordate, anche i più “a rischio”, cosa che non succede tutti i giorni a scuola.

    Sinceramente, mi aspettavo di vedere dei bambini più disorientati, in considerazione della situazione nuova in cui si trovavano…

    Il mio interrogativo è questo: perchè a scuola incontriamo tanta difficoltà a far rispettare le regole, ormai chiare e più volte ripetute (sin dalla classe prima), mentre in un contesto diverso gli stessi bambini dimostrano di saper mettere in campo, spontaneamente, atteggiamenti più responsabili?

    In cosa sbagliamo?

    Può essere stata la forte motivazione per l’uscita, da tempo attesa, a far scattare la molla?

    Qual è il suo parere?

    Le chiedo , infine, un consiglio su una possibile strategia da sperimentare in classe, con i bambini di questa età, per favorire il rispetto consapevole delle regole concordate.

    La saluto e la ringrazio per la sua cortesia.

    Maestra Monica

  18. annalisasgalla 3 maggio 2006 at 23:41 - Reply

    Bentrovati a tutti

    Rispondo con piacere alle sollecitazioni di questi ultimi giorni.

    Dò il benvenuto a Luigi che ringrazio per le gentili parole che mi rivolge, condivido l‘apprezzamento per la professionalità e la passione con cui la maestra Teresa svolge il suo compito.

    Raccolgo senz’altro la provocazione di Luigi che ci invita a riflettere su come noi adulti ci comportiamo nei confronti di quelle regole, il cui rispetto, chiediamo ai nostri figli. Spesso il nostro agire non è affatto coerente con le regole che proclamiamo e questo indubbiamente ci rende meno credibili agli occhi dei nostri piccoli osservatori e meno efficaci nell’ottenere quanto vorremmo per diverse ragioni: perché la prima forma di apprendimento è quella che avviene per imitazione, poi perché sappiamo bene che tra un messaggio verbale e uno non verbale è più efficace il secondo per cui se diciamo una cosa, ma ne facciamo un’altra è assai più probabile che il nostro agire risulterà più incisivo del nostro dire. Allora teniamo a mente tutto questo e ricordiamoci che i bambini ci osservano e non lo fanno solo quando saliamo in cattedra per pontificare, ma anche quando ci lasciamo andare a comportamenti molto meno edificanti.

    A proposito dell’uso dei gettoni in classe, che come correttamente fa osservare l’insegnante è un esempio di token economy, un tipo di applicazione è proprio quello presentato nel blog dalla maestra Teresa: il gioco delle 9 carte date all’inizio della mattinata scolastica. Questa può essere considerata una variante in cui i gettoni o le carte o altri oggetti simbolici, anziché essere guadagnati attraverso l’emissione di comportamenti desiderabili, definiti con chiarezza e precisione precedentemente, vengono consegnati per intero all’inizio e scopo del gioco è mantenerli evitando di farseli sottrarre, incappando in comportamenti indesiderabili, anche in questo caso precedentemente individuati e definiti con chiarezza.

    Un modo un po’ più complesso di usare la t.e. potrebbe essere quello di associarlo ad una sorta di gioco di ruolo, in cui si immagina la classe come una città stato, gli allievi come cittadini di quella città che si danno un regolamento, ruoli e compiti da assolvere e token che si guadagnano o perdono in funzione della capacità di attenersi al proprio ruolo, svolgendo le mansioni richieste e rispettando le regole previste.

    Buon divertimento

    Eccomi ora a rispondere alla maestra Monica

    Lei dice di essere rimasta sorpresa del fatto che i bambini di 3° elementare durante un’uscita scolastica, si sono mostrati più responsabili e rispettosi delle regole, di quanto ci si aspettasse da loro e diversamente da come succede in classe. Si chiede anche, dove, come insegnanti, sbagliate in classe.

    A dire il vero il comportamento responsabile e adeguato dei bambini all’uscita fa pensare che l’opera degli educatori non sia andata del tutto perduta, ma sia parte del corredo comportamentale dei bambini in questione, che hanno, in qualche modo, metabolizzato gli insegnamenti ricevuti e in una situazione nuova e in un contesto meno familiare e perciò più “rischioso” si sono comportati in maniera “socialmente accettabile” così da ridurre la probabilità di incappare in situazioni incresciose. Questa esigenza verosimilmente è meno forte in classe perché il contesto è più familiare e la sensazione di correre dei rischi, se si superano certi limiti, è evidentemente minore.

    Le insegnanti potrebbero introdurre variabili in classe che rendano più chiare le conseguenze dell’agire bene da quello inadeguato: vedi a questo proposito quanto menzionato nella risposta precedente.

    Altra cosa che si potrebbe introdurre è l’insegnamento di abilità sociali: imparare a fare o ricevere un complimento, una critica, chiedere qualche cosa, dire no. Ecc..

    Aspetto vostre riflessioni

    A presto.

  19. tetibye 9 maggio 2006 at 22:54 - Reply

    Un carissimo saluto a tutti gli intervenuti del dibattito, che ho seguito con vivo interesse. Ringrazio la dott.ssa Sgalla per la disponibiltà, la leggerezza e l’ incisività delle risposte, il Presidente del Consiglio di Circolo per averci onorato con una bellissima provocazione, le colleghe Maria Luisa (lontana), Monica e Annalisa (vicine) per la loro partecipazione. Ai genitori che hanno raccolto il mio invito va un ringraziamento particolare. Forse mi aspettavo una maggiore partecipazione, ma considerato l’inusuale luogo d’incontro, mi ritengo più che soddisfatta! Proporrò altri temi, con o senza il supporto di esperti. Sono convinta che un rapporto tra i genitori, tra la scuola e le famiglie meno “ingessato”, meno autoreferenziale, più incisivo sia necessario per creare una comunità educante, in grado di offrirsi come esempio per i nostri bambini/ragazzi.

    Il dibattito rimarrà aperto, lo spazio resterà a disposizione di chiunque vorrà intervenire e sperimentare questa nuova modalità di comunicazione. Una copia del dibattito sarà distribuita a tutti i genitori della mia classe.

    Un carissmo saluto.maestraTeresa

  20. utente anonimo 11 maggio 2006 at 22:33 - Reply

    Carissimi frequentatori del caffèdeilettori

    il tempo dedicato al dibattito “bambini senza regole” è terminato. Anch’io come la maestra Teresa ringrazio tutti coloro che sono intervenuti, ma anche chi, pur non intervenendo attivamente, ha avuto la bontà di leggerci. Mi è piaciuto molto sperimentare questo nuovo modo di incontrarci, riflettere e mettere in comune le nostre esperienze e credo sarebbe proprio bello poter mantenere aperto questo canale. Io continuerò a frequentare il blog e chissà che non torneremo ad incontrarci…

    Un caro abbraccio a tutti e un grazie sentito alla maestra Teresa per avermi fatto partecipe di questa esperienza e per le lusinghiere parole che ha avuto nei miei confronti

    Annalisa Sgalla

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